San Gregorio Armeno è universalmente conosciuta come la via del Presepe; nel periodo natalizio troverete una folla enorme, che si accalca in questa stretta strada in salita, percorsa su entrambi i lati da piccoli negozi e botteghe dove vengono realizzati preziosi e originali pastori. Ogni anno ne vengono sfornati di nuovi, in linea con l’attualità e con i fatti accaduti durante l’anno: troverete le statuine di personaggi politici, star del mondo della musica e dello sport, protagonisti di primo piano della vita italiana e internazionale. Ma San Gregorio Armeno non è solo folklore: i pastori realizzati dagli artigiani napoletani rappresentano spesso delle vere e proprie opere d’arte popolare, realizzate a mano seguendo le tecniche tradizionali. Oltre agli artigiani del presepe, in questa strada si concentrano molte della attività artistiche e commerciali della città; ci sono infatti botteghe di scultori, argentieri e doratori, aperte tutto l’anno e non soltanto nel periodo natalizio. Coloratissime e antichissime, le botteghe in via San Gregorio Armeno sfilano l’una di fronte l’altra sfoggiando i capolavori dell‘arte presepiale napoletana. Rigorosamente fatti a mano e in terracotta, i pastori di San Gregorio non riproducono solo la fisionomia dei personaggi ma riescono a raccontarne l’anima, dipinti ad arte in ogni minimo dettaglio e vestiti di abitini cuciti a mano. Tra una casetta in sughero, un mucchietto di muschio e le serie di personaggi che abitano i Presepi, dal famosissimo Benino alla Sacra Famiglia ai vari buoi e asinelli, si respira un’atmosfera magica in cui le tradizioni e lo spirito natalizio sopravvivono intatti al caos frenetico della città in continuo cambiamento.
Ormai, fanno parte della tradizione presepiale anche i personaggi dello spettacolo, i politici e persino il Papa animando la competizione tra gli artigiani per chi crea la statuina più bella, veritiera, che avrà più successo. Ancora oggi è possibile passeggiare per San Gregorio Armeno e osservare i mastri di bottega a lavoro, mentre modellano la terracotta o ultimano le rifiniture dei loro pastori famosi in tutto il mondo.
Secondo la tradizione il Monastero di San Gregorio Armeno si erige sui resti del tempio di Cerere Attica. Fu edificato nell’ottavo secolo da un gruppo di monache dell’ordine di San Basilio scappate da Costantinopoli con le reliquie di San Gregorio, vescovo d’Armenia. Per volere della badessa Beatrice Caracciolo, tra il 1579 e il 1582, la chiesa fu abbellita da un soffitto ligneo intagliato e decorato ad opera del pittore Teodoro il Fiammingo e del “carpentiere” Giovanni Andrea Magliulo. Tra il 1671 e il 1684 Luca Giordano adornò la chiesa con un racconto unitario costituito da cinquantadue episodi. Altre opere si devono all’architetto ornamentista Dionisio Lazzari e agli stuccatori Giovan Battista d’Adamo e Luise Lago. Nel Settecento la chiesa fu valorizzata da stucchi, marmi e ottoni tipici del barocco napoletano, dall’organo e da due cantorie in legno intagliato ad opera del regio architetto Niccolò Tagliacozzi Canale. La porta d’ingresso in legno intagliato ad altorilievo con le figure di San Lorenzo, Santo Stefano e dagli Evangelisti, invece, è stata realizzata nel Cinquecento. Il vero cuore di Napoli vive in queste strade, con la sua tradizione e con le origini più viscerali.
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